
Vista della Costa Tirrenica dal Monte S. Elia – Palmi (RC) - (Fonte: Foto/Autore)
La Calabria, un balcone sul mediterraneo… Dislocata nell’estremo lembo d’Italia, la Calabria è una regione di grandi giacimenti culturali e di variegate risorse naturali. Il clima mediterraneo consente visite dalla primavera al tardo autunno, quando si rinnovano riti, legati al folklore contadino, alle tradizioni religiose e ai costumi delle minoranze etniche presenti nel territorio.
In passato era conosciuta come le Calabrie – insieme con le regioni del Mezzogiorno, a partire dalla fine del sec. XVII e per tutto il sec. XVIII, è stata meta di viaggiatori eccellenti, intenti a ripercorrere siti e tragitti lungo i quali i colonizzatori dell’ Ellade impiantarono le colonie della Magna Grecia.
Sin d’allora essa è emersa nel panorama europeo attraverso molteplici resoconti di viaggio, che l’hanno portata all’attenzione di tutto il continente. Dislocata nell’estremo lembo d’ talia, la Calabria è una regione di grandi giacimenti culturali e di variegate risorse naturali. Il clima mediterraneo consente visite dalla primavera al tardo autunno, quando si rinnovano riti , legati al folklore contadino, alle tradizioni religiose e ai costumi delle minoranze etniche presenti nel territorio.
Sino a tempi recenti, la principale via d’ accesso alla Calabria fu il mare. Le vie di penetrazione all’interno erano segnate dal corso dei fiumi. Dal mare giunsero nell’VIII secolo a.C. i Greci, e fondarono le città/colonie di Sibari, Crotone , Locri e Reggio Calabria. Perciò la regione è detta Magna Grecia. I Romani ruppero l’isolamento delle zone interne costruendo la via Popilia, che collegava Reggio Calabria a Capua .
Questo antico tracciato servì tra il 1960 e il 1970 a delineare l’ autostrada Salerno-Reggio Calabria. Negli stessi anni si avviò la costruzione degli aeroporti di Crotone, Lamezia Terme e Reggio Calabria, che consentono ora rapidi collegamenti con il resto del mondo. La Calabria si può raggiungere, quindi, dal mare, dal cielo e via terra. Un itinerario che si snodi lungo i percorsi delle varie civiltà susseguitesi nel tempo può essere, a grandi linee, cosi prefigurato.
Chi viene da Roma o da Napoli via autostrada ha come porta d’ ingresso il massiccio del Pollino con i suoi pini loricati. Superato il confine con la Basilicata nei pressi di Mormanno , si devia per Papasidero, alla scoperta del ” bos primigenius ” di età paleolitica , inciso nella roccia della Grotta del Romito. Lungo il tragitto e in tutto il comprensorio, oltre alle bellezze naturali emergono le testimonianze del passato. Ritornati in autostrada, ci si avvia a Morano, che col suo castello vigila sull’ altopiano che scende verso Castrovillari, cittadina ricca di reperti di età romana ed altomedioevale. Lungo la SS.105, che ricalca l’arcaico sentiero da Sibari al mar Tirreno, si incontrano i paesi italo-albanesi , e per primo Lungro, sede dell’ eparchia .Gli Epiroti, che si stanziarono qui sin dal sec. XV, conservano lingua, costumi e rito bizantino.
Raggiunta la Piana di Sibari, e superato Cassano, antico gastaldato longobardo, si giunge al mare Jonio. Sulle sponde di questo mare, percorrendo la SS.106 che va da Taranto a Reggio Calabria, si trovano innumerevoli tracce archeologiche, monumenti e reperti di eccezionale valore, ora nei Musei di Sibari, Crotone, Locri e Reggio; qui, nel Museo nazionale della Magna Grecia, fanno bella mostra di sè i Bronzi di Riace. L’itinerario dello Jonio , percorribile anche con la ferrovia, offre una estrema varietà di beni culturali inseriti in un cangiante scenario naturale. Infatti arrivando in Calabria da Taranto, appena superato il confine con la Basilicata, si incontra Rocca Imperiale, città fortificata da Federico II nel sec. XIII e quindi il castello di Roseto Capo Spulico, a picco sul mare. Oltrepassata la foce del Crati, mentre la costa si incurva sino a Capo Trionto e a monte si delineano i verdi contorni della Sila Greca, merita far sosta a Rossano, che nonostante i ricorrenti terremoti conserva monumenti eccezionali d’età bizantina.
Si segnalano la Panaghìa, San Marco e soprattutto l’abbazia del Patire. Da essa proviene il “Codex Purpureus Rossanensis“, custodito nel Museo Diocesano. Ripreso il cammino verso Punta Alice, si entra in provincia di Crotone. Con una deviazione sulla SS. 107 si può visitare Santa Severina, famosa per il “Battistero”, le chiesette medioevali e il grandioso castello. Si discende quindi a Crotone, che in località Capo Colonna conserva, pur insidiati dal vento e dal mare, i resti del tempio pagano di Hera Lacinia. Superato l’aeroporto di S. Anna si prosegue per Le Castella, sede di una fortificazione tra le più suggestive, riconducibile secondo la tradizione popolare ad Annibale, ma completamente riadattata nel sec. XV, quando si inasprirono le incursioni saracene. Per tale ragione la costa che si snoda nel Golfo di Squillace è detta dei Saraceni. Superata la marina di Cropani , che nell’ antico abitato ha una bella chiesa di età aragonese, si giunge in provincia di Catanzaro. Nella città capoluogo si conserva, presso il Museo provinciale, una delle più importanti raccolte numismatiche dell’ltalia meridionale e una splendida pinacoteca. Con breve deviazione all’interno si può raggiungere Taverna per ammirare le tele di Mattia Preti. Ripresa la Statale 106, si incontrano nel comprensorio di Squillace testimonianze di età romana, interessanti monumenti d’età medioevale, come S. Maria della Roccella, e amene località di villeggiatura come Copanello e Soverato.
Si perviene poi in provincia di Reggio Calabria. Dalla Cattolica di Stilo al monastero di San Giovanni Terista di Bivongi , da Caulonia a Gerace, sede di una cattedrale d’impianto normanno, è tutta una sequenza di insediamenti, a ridosso del litorale, dove più evidenti permangono i segni della civiltà bizantina, affiancati dalle memorie magno-greche dell’ ampia area archeologica di Locri Epizefiri. Superata la foce del Buonamico, la fiumara lungo la quale i pellegrini risalivano al santuario di Polsi, arroccato sull’ Aspromonte, si tocca l’ estremità della Penisola, con un nucleo di paesi montani , tra Capo Spartivento e Capo delle Armi , detti ” grecanici “, perchè conservano ancora lingua, tradizioni e cultura greca, come Bova , nella cui marina sono emersi di recente anche i resti di una sinagoga. Si imbocca quindi il litorale dello Stretto con al centro Reggio Calabria, risorta con impianto “Liberty” dopo il sisma del 1908.
Tra Scilla e Cariddi prepotente è il richiamo al mito di Ulisse e al canto delle Sirene: qui si perpetua la caccia al pescespada. Come sul litorale dello Jonio così sul mar Tirreno una sequenza di castelli e di fortificazioni ricorda i dispositivi di difesa contro le invasioni saracene : di rilievo la rocca di Scilla, originaria del IX secolo, ma ristrutturata dal conte Pietro Ruffo nel 1255. Su questo versante la ferrovia si abbina all’autostrada che sale verso il nord. Bagnara, Palmi , Rosarno, Gioia Tauro, Nicotera , e all’interno Seminara, recano l’impronta della ricostruzione e pianificazione urbana seguita al terremoto del 1783, che devastò l’intera Calabria meridionale.
Nel Golfo di Gioia Tauro s’apre il porto della speranza. Nell’ antica valle delle Saline è in progetto una città destinata ad essere la porta della Calabria verso i paesi del Mediterraneo, che prenderà il nome proprio da questo mare. Qui è ‘obbligo una deviazione verso Capo Vaticano , pittoresco promontorio tra i golfi di Gioia e S. Eufemia, per visitare Tropea, il porto d’Ercole celebrato da Plinio e poi, nel retroterra, Mileto con i ruderi della cattedrale normanna. Siamo così nel territorio di Vibo Valentia, con la rocca ricostruita da Federico II, che sovrasta l’abitato dall’inconfondibile stile eoclassico, a breve distanza da Pizzo Calabro, nel cui castello fu giustiziato Gioacchino Murat.
All’interno, sull’altopiano delle Serre, sorge la Certosa di Serra San Bruno, con un museo della spiritualità certosina , mentre a Soriano sopravvivono i resti del maestoso convento di S. Domenico, distrutto dal terremoto del 1783. Ripresa l’autostrada presso il lago Angitola, che da bacino artificiale si è evoluto in sorprendente riserva naturalistica, si procede verso la Piana di Sant’Eufemia dove, in territorio di Lamezia Terme, l’antica Nicastro, si trova l’aeroporto più grande della Regione.
Proseguendo verso Falerna, l’autostrada si dirige a Cosenza, lasciando lungo la costa Amantea, che reca evidenti, a partire dalla rupe, i segni delle varie dominazioni succedutesi in Calabria. Gli stessi che appaiono con maggiore evidenza a Cosenza, nel cui centro storico, dominato dal castello svevo, si conservano oltre al Duomo edifici assai pregevoli. Dalla città dei Bruzi percorrendo la nuova SS.107 si può raggiungere sia l’ altopiano Silano, dove a San Giovanni in Fiore sorge l’abbazia fondata da Gioacchino da Fiore; sia Paola, meta di pellegrinaggi al Santuario di S. Francesco, il santo calabrese protettore della Regione. Risalendo la valle del Crati , si consigliano brevi deviazioni per Bisignano, città già infeudata ai Sanseverino, San Demetrio Corone, importante centro italo-albanese, San Marco Argentano con la torre normanna e Altomonte, celebre per il duomo gotico con annesso museo. Imboccando a Lungro la SS.105, si discende a Belvedere Marittimo.
Tornati sul Tirreno, si può -con breve inversione a sud -visitare Cetraro e poi proseguire per Diamante, a ridosso della quale si stagliano i ruderi dell’antica Cirella. Si raggiunge quindi Scalea, borgo marinaro e centro storico di rilevante interesse, e finalmente Praia a Mare: da qui, attraverso la Valle del Noce, si imbocca di nuovo l’autostrada, ai confini settentrionali della Calabria.