Spilinga e la valle Ruffa.

  • Rudere antico mulino
  • Felce tropicale preistorica
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  • Antico Mulino

Il Comune di Spilinga, piccolo centro calabrese, si trova alle pendici di Monte Poro, poco distante da Capo Vaticano di Ricadi. Ha sempre avuto un’economia prevalentemente agricola ma con la presenza di piccole aziende a conduzione familiare, specializzate nella produzione di salumi, formaggi e tutto ciò che riguarda la tipica cucina calabrese.

Il suo territorio è per lo più pianeggiante, a quota 457 metri dal livello del mare, coltivato ad uliveti, cereali, ortaggi e frutta. Ha una popolazione di 1504 abitanti. La collina sulla quale sorge il centro abitato è delimitata a nord della vallata di Lìvasi e a sud da quella di Liunì.

Nel passato il paese era diviso in due borghi: Spilinga e Carciadi, separati da un fossato e sempre in lotta tra loro. Con il tempo i due borghi si sono uniti dando origine ad un solo comune. Il suo nome secondo alcuni storici deriva dal greco Spelinka che significa grotta. Questa ipotesi è avvalorata dalla presenza di numero grotte. Ad ovest del centro abitato di Spilinga scorrono due ruscelletti che confluiscono nella fiumara Ruffa. In essa si trovano gli ultimi testimoni di un epoca remota, inaspettate meraviglie storiche, paesaggistiche e naturalistiche.

Infatti, risalendo l’alveo di questa fiumara, s’incontrano i resti di ben nove mulini, la cui origine risale approssimativamente al VII-X secolo.

Furono perfezionati e incrementati all’epoca delle invasioni arabe. Fino agli ’50 hanno rappresentato un’importante risorsa economica per il territorio. Il patrimonio della flora è straordinariamente ricco e comprende un campionario completo delle classiche piante della macchia mediterranea (quercia, alloro, olmo, ontano, salice, pioppo, corbezzoli, giuggiole, mirto, more, origano, finocchio selvatico, ortica…). Un’attenzione a parte meritano le tante orchidee mediterranee, la più vistosa è la “orchis italica”, detta anche “uomo nudo” e la felce tropicale “Woodwardia Radicans“, straordinaria nel suo genere e di singolare bellezza. Il patrimonio faunistico è anche notevole. Tra i mammiferi sono da annoverare il cinghiale, il tasso,la volpe, la faina, la donnola, il riccio, il ghiro,…

La valle è inoltre zona di transito e di svernamento, in tempi diversi, per tordi, falchi di palude, beccaccini, allodole,… Tra i rapaci si possono ammirare la poiana, il gheppio, il barbagianni e il gufo.

L’istituto culturale ICRE con sede a Spilinga, cura il percorso naturalistico e storico “La valle dei Mulini“, una passeggiata alla scoperta di un mondo perduto, tra storia, natura e tradizioni.

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