Archivi categoria : Viaggi ed escursioni

Viaggi ed escursioni

E’ Calabrese di Cetraro (Cs) il Museo più innovativo della Penisola: Il Museo dei Brettii e del Mare.

  • IMG_1894-1200×400
  • Fig.-14-Palazzo-del-Trono-1200×400

Cetraro Cosenza, borgo calabrese affacciato sul Tirreno cosentino nonché nota località turistica della Riviera dei Cedri, ospita una delle realtà museali più innovative del panorama nazionale.

Si è  proprio così , nulla da meravigliarsi si  tratta del “Museo dei Brettii e del Mare”, istituito nel dicembre 2011 con sede nello storico Palazzo del Trono: un’esposizione permanente di proprietà comunale allestita ed impostata secondo un criterio didattico, con una presentazione dei materiali secondo un percorso topografico e cronologico insieme, dai siti con i reperti più antichi a quelli con i più recenti, oltre a disporre di una avanzatissima sezione multimediale.

I materiali esposti si riferiscono tutti alla storia del comprensorio cetrarese, ossia quella in cui si esprime il momento più significativo della presenza umana nell’antichità in quest’area, tra IV e III secolo a.C. Di grande interesse anche la sezione dedicata al mare con alcune anfore ritrovate lungo la costa antistante Cetraro e una sezione storica dedicata al fondo cartografico donato alla città dal prof. Raffaello Losardo.

Uno scrigno di tesori che la nostra Regione può vantare al mondo e può senza ombra di dubbio far invidia alle più rinomate zone museali del suolo Calabro. Appena annusata la notizia con molto interesse inizio ad indagare sulla realtà Museale ed ecco che appare un miracolo della nostra archeologia.

I reperti esposti provengono da siti archeologici presenti nel territorio e comprendono alcuni tra i più peculiari e diffusi oggetti della cultura materiale del popolo brettio.

Il museo completa la sua offerta culturale organizzando mostre temporanee e conferenze, oltre ai consueti servizi didattici. Il museo, inoltre, è il polo centrale di un itinerario di visita articolato in vari siti di interesse storico-archeologico lungo il tracciato montano che costeggia i fianchi del Monte La Serra e comprende una serie di località che, grazie alla stretta collaborazione tra Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria ed Amministrazione Comunale di Cetraro, si tende a valorizzare sempre più.

Situazione che non necessita commento, solo il vedere tali bellezze ha parlato da sé. Come si accennava, punta di diamante del Museo è la nuova sezione multimediale che è stata inaugurata lo scorso 13 dicembre 2013 a coronamento del progetto redatto dall’Assessorato alla Cultura di Cetraro e finanziato nell’ambito del POR CALABRIA FESR 2007/2013.

La realizzazione di tale progetto ha dotato il Museo di supporti multimediali innovativi posti a servizio degli utenti e dei visitatori: un moderno laboratorio multimediale che consente ai visitatori di muoversi virtualmente nei siti archeologici di Cetraro e scoprire, attraverso la tecnologia 3D, la bellezza dei singoli reperti esposti.

O ancora esplorare i fondali marini con i relitti che custodiscono preziosi tesori, tutto questo grazie alla nuova tecnologia. Inoltre, è possibile tramite dei tablet in dotazione al museo o tramite i propri smartphone, grazie alla tecnologia dei codici QR e delle applicazioni gratuite già presenti su Apple Store e Android, ispezionare tutte le vetrine del museo con un semplice clic. Con l’apertura di questa nuova sezione del Museo dei Bretti e del Mare l’Amministrazione Comunale di Cetraro completa definitivamente un’opera di straordinaria importanza per il rilancio culturale della cittadina.

Tuttavia situazioni del genere auguro siano auspicabili a molti altri comuni Calabresi che amano e sono interessati alla Cultura Calabrese. Inoltre tanto per essere chiari la struttura che in soli due anni dalla sua apertura, oltre a essersi distinta nel panorama museale calabrese per l’eccellenza dei servizi forniti e per l’affluenza registrata, si è dotata di importanti realtà tra cui l’enoteca/caffè letterario posta al piano terra del Palazzo Del Trono, che quotidianamente anima la vita culturale cetrarese e dà la possibilità a validi giovani del luogo di trovare impiego nel loro paese d’origine.

Il nuovo museo multimediale è l’opera per eccellenza del sapere e della conoscenza, della bellezza e dell’identità del territorio calabrese. Momento importante della vita del Museo dei Brettii e del Mare sono le attività didattiche. Coordinate dalla Società Cooperativa C.A.S.T.E.R d’intesa con l’Amministrazione Comunale, hanno permesso di ottenere, finora, una notevole fruizione del patrimonio storico ed archeologico in mostra nelle relative sezioni museali.

In tal senso, il Museo propone visite guidate con personale esperto, per gruppi o turisti individuali, ed itinerari didattici per scolaresche, in questo caso elaborati secondo il grado di istruzione degli alunni. Fanno parte della didattica anche le attività svolte nel Laboratorio di Restauro Archeologico posto all’interno del Museo, coordinata da restauratori esperti e finalizzata a stimolare l’interesse e la curiosità degli alunni oltre che affinare le capacità pratiche degli stessi attraverso l’utilizzo dei materiali e di alcuni strumenti usati per il restauro dei reperti.

Inoltre, rientrano nel circuito delle attività didattiche museali quelle relative al miglioramento delle conoscenze del patrimonio storico ed archeologico locale effettuate attraverso gli scavi di ricerca, questi ultimi abitualmente coordinati da Docenti universitari ed eseguiti dagli studenti come tirocini.Se l’archeologia costituisce la ‘voce’ principale del Museo di Cetraro, non meno interessante è la sua sezione storica in cui è confluito nel 2011 il fondo di carte geografiche donate dal Prof. Ing. Raffaello Losardo.

Ingegnere cetrarese (Grisolia 1920 – Napoli 2011), è stato per anni docente universitario presso l’Università Federico II di Napoli. Vissuto a Napoli, aveva già donato alla città copia del Catasto Onciario del XVIII secolo e la raccolta del periodico cetrarese di inizio Novecento “Cetraro Nova”, con lo scopo di ricordare la figura del padre Luigi Losardo, che alla fondazione di quel periodico aveva collaborato insieme ad Attilio De Caro e Francesco Aita. Negli anni ‘60 Luigi Losardo contribuì ad approfondire la conoscenza degli Statuti di Cetraro, concessi dall’Abazia di Montecassino nel 1512 per il buon governo della città, curandone la traduzione e la divulgazione.

Il fondo consta di complessive 78 carte geografiche, di diversi formati relativi al periodo compreso tra la fine del ‘400 ed il periodo post-unitario. Annessa alla Sezione Storica è la Biblioteca Civica, ospitata presso le sale dell’ala settentrionale ubicate al primo piano del Palazzo del Trono.

Fondata nel 1963, la Biblioteca svolge funzione di natura informativa-divulgativa oltre che di conservazione, in quanto contiene manoscritti e volumi antichi inseriti nei rispettivi cataloghi della sezione “Fondi Antichi”. Alla fine degli anni ’90, a seguito di una donazione confluì nel catalogo della Biblioteca il “Fondo Pallottini” ovvero l’intero patrimonio librario della Biblioteca dell’Istituto Scolastico “Silvio Lopiano”, composto da testi di cultura generale.

Negli ultimi decenni, il numero di volumi della Biblioteca è stato notevolmente accresciuto dall’acquisizione di nuove pubblicazioni, ma soprattutto dalla confluenza in esso di cospicui fondi librari donati da illustri personaggi e note famiglie cetraresi. Attualmente, essa dispone di un consistente patrimonio bibliografico composto da oltre 15.000 volumi catalogati metodicamente in formato elettronico e per classi di materie, per citarne alcune: Storia, Storia dell’arte, Letteratura italiana, Filosofia, Medicina, Religione, Psicologia.

Maria Lombardo
Consigliere Commissione Cultura Cds
Centro Studi e Ricerche
Comitati Due Sicilie.

La Certosa di Serra San Bruno.

  • Certosa di Serra San Bruno
  • serra-san-bruno-laghetto
  • Serra San Bruno – laghetto

La Certosa di Serra San Bruno.

Serra San Bruno, cittadina simbolo e “capitale” delle Serre Vibonesi, detentrice di uno dei tesori più belli dell’architettura certosina calabrese voluta e fondata da Brunone da Colonia passato alla storia come San Bruno: è la certosa il luogo più suggestivo dell’intero comprensorio.

Centro di maggior richiamo sia per le sue bellezze naturali i boschi secolari di faggio e abete (Parco Regionale delle Serre), sia per i luoghi di santità intrisi della figura del Santo eremita. Narrano le più importanti fonti storiche che Brunone stanco e deluso, dagli sperperi ecclesiastici decise di rifugiarsi alla vita ascetica nei boschi delle Serre calabresi , nella zona di Spadola (odierna provincia di Vibo Valentia), proprio in questi luoghi decide di stanziarsi nei pressi di una fonte e di una grotta dove diede inizio alla sua vita monastica.

In territorio di Calabria Ultra appunto, dove era vivo il monachesimo italo-greco ,il monaco decise a conti fatti in un luogo che fu un paradiso e lontano dalle altre abitazioni,di fondare un ordine ancora vivo fino ai giorni nostri, “diede inizio al suo eremo, immergendosi nella preghiera” : così scrive San Bruno in una missiva indirizzata ai suoi superiori. Nel 1090 San Bruno per i motivi descritti in calce chiede e decide di rifugiarsi nei territori Normanni di Calabria, dove il conte Ruggero gli offre un territorio nel cuore dell’appennino calabro definito ”La Torre”, in men che non si dica acquisisce fiducia sul Vichingo sovrano al punto che ne divenne padre spirituale fino alla fine dei suoi giorni.

Nel nuovo dominio, l’eremita fondò l’eremo di Santa Maria nel territorio compreso tra Arena e Stilo, stipulato con l’atto di Mileto del 1090 il sodalizio col normanno, nel quale cita la nascita di un nuovo ordine monastico ed inseguito indice la nascita di una certosa proprio come fece in terra francese con la Grand Cherteuse. Il complesso monastico serrese nasce immerso in un bosco e fu in principio in stile gotico come dettava “moda”negli anni della prima fondazione.

Tuttavia fu proprio nel 1094 che durante i pieni lavori di costruzione, Bruno volle far nascere Serra al fine di condurre in solitudine il suo eremo, fece in modo che gli operai interessati alla costruzione del complesso si discostassero lontano dall’eremo facendo nascere la bella città di Serra San Bruno.

Nel decennio che il Santo trascorse in Calabria diede vita a nuove situazioni nella vita ascetica di un eremita, si narrano di lui situazioni prodigiose, fino alla morte.Tuttavia proprio fino al 1500 si persero le tracce delle sue spoglie. Rinvenute le sue ossa (1500) vengono portate in processione per le vie del centro e si iniziò a proporre il culto di San Bruno.

La certosa che stava per essere ristrutturata a cavallo degli anni 80 del 1700 in quanto deteriorata dall’usura del tempo, vede prospettarsi uno dei più grandi sismi che colpirono l’intera Calabria Ultra da Reggio a Crotone ovunque morte e distruzione: il flagello del 7 febbraio 1783. Sebbene l’aspetto orografico della Provincia venne cambiato totalmente distrutti monumenti e abitazioni anche la Certosa che viveva un momento di splendore per via dei lavori di ristrutturazione, cadde completamente sotto i colpi del tremuoto. Mentre il sisma colpiva la terra e ne lambiva il volto accadde un fatto miracoloso la certosa cadde totalmente così i certosini ne uscirono tutti illesi come protetti da una mano prodigiosa.

Scampato alla mano della Cassa Sacra voluta da Tanucci al fine di portare ristoro a queste terre non riuscì a scampare al decreto del 1808 sotto il governo Napoleonico che soppresse l’ordine chi vuol capire capisca. Nel 1826 in pieno periodo Borbonico Serra viene riedificata e con lei la Certosa ed è proprio sotto il Governo di Ferdinando II che viene emanato un nuovo decreto nel 1856 che cita :” in cui vengono stanziati dei fondi dalla Corona per riportare la Certosa in auge”.

Maria Lombardo

Consigliere Commissione Cultura Comitati Due Sicilie

Centro Studi e Ricerche

Comitati Due Sicilie.