Una chiesetta rupestre e l’Eremita della “Santa Ruga” o Rubra gioiello del Vibonese.

Il Castello di Nicotera è una dimora gentilizia che si erge nel cuore del centro storico della cittadina medmea. Il primo Castello edificato a Nicotera fu opera senza ogni ombra di dubbio del Vichingo Roberto il Guiscardo nel XI secolo. “Il gigante barbaro dai capelli biondi e dagli occhi sfolgoranti” si fece promotore della costruzione di un edificio militare che avesse lo scopo di proteggere il borgo.
Tuttavia, quello che caratterizza la storia del Castello è il continuo sussegursi di distruzioni e rifacimenti, a causa di terribili terremoti e assalti arabeschi in grande stile. Tuttavia non è possibile dimenticare l’increscioso episodio del 1284 che vide protagonista Ruggero di Lauria, il quale dopo una battaglia estenuante distrusse il maniero per poi riedificarlo secondo i suoi schemi.
Ma andiamo per gradi in modo da spiegare al gentile viaggiatore come si svolsero i fatti. Dai Normanni che per primi si interessarono al luogo per motivi strategici, Nicotera, fu interessata dalla presenza dello Svevo Federico II che cerco in tutti i modi di spargere grazia e abbondanza al posto.
I canoni artistici Svevi interessarono il Castello che venne ampliato e fortificato e facendo edificare un imponente tarzanà a ridosso del porto che fungeva da arsenale. Inoltre è grazie alla Descrizione di Nicotera in un apprezzo del 1646 a pag 10 e 11 che trovo nota per interezza della situazione del palazzotto del Signore di Nicotera così canta Johannes Baptista Amendola Honofrio Tangho: ” nella parte più eminente et per la strada della Porta Grande si va al Castello, (…) il quale può difendere da mezzogiorno et da ponente dov’è la marina, il quale tiene torrioni tondi (…) per potersi difendere in caso di Inimici”.
Di fronte al maniero sorgeva una larga e spaziosa piazza: “ la quale si dice di Santa Catherina” ed è proprio da essa che si accedeva anticamente all’interno tramite un ponte di tavole. Nelle zone basse del maniero “abbascio” si trova una camera terrena e poi ad una stalla che poteva contenere almeno 30 cavalli. Ritonando nel cortile si potevano scorgere le carceri ed “un cellaro grande”.
Attraverso una gradinata di pietra viva bianca si accede nel primo appartamento dove è ubicata una grande sala e parecchi “ camerini” . Tuttavia è proprio da uno di questi camerini che: ” vi è ubicata una grata secreta per la quale si ascende sopra la porta di detto castello, dov’è una campanella, la quale serve a dare avviso alla Città in tempo di Inimici”. Dalla sala descritta in calce si addentrava ad “ una loggetta” della quale si gode bellavista di paesi lontani. “marina et altri lochi “.
Al secondo appartamento si accede da altra scalinata che mostra ennesima sala grande e ulteriori camerette. Tuttavia, attraverso i dati storici rinvenuti in loco si è potuto sapere di sismi di elevata importanza che hanno abbattuto e lesionato il maniero. In merito alle varie ricostruzioni c’è da dire che l’attuale struttura è stata conclusa nel 1764 ed era iniziata nella seconda metà del XV secolo. Inoltre, altre modifiche e ricostruzioni vennero apportate da Ermenegildo Sintes allievo e pupillo del Vanvitelli, inviato dalla Corona di Napoli (Borbone) per ricostruire una delle città più belle ed importanti di Calabria Ultra.
Il Sintes sul volere del Ruffo che non navigava in buone acque, decise di rendere il Castello una dimora estiva e perciò di riedificarlo in forma più piccola rispetto al precedente maniero. Munito di un favoloso giardino pensile per allietare le giornate estiva del casato, con loggiati e splendidi terrazzi panoramici vanto delle maestranze napoletane. Mentre nell’area di posizione del castello Normanno-Svevo accrebbero per volere del Signore di Nicotera i quartieri Baglio e Rosario.
Il Castello oggi è mutilo di una torre sia ad opera del sisma in questione che per i combattimenti Sanfedisti avvenuti all’ombra del maniero Ruffo. Oggi all’interno delle sue sale non dimorano più i Principi Ruffo di Scilla e Sinopoli e Signori di Nicotera né vengono accolti eminenti personalità come in passato dove vennero accolti Papa Urbano II, Costanza D’Altavilla, San Bruno di Colonia, Gioacchino da Fiore e San Ludovico D’Angio .
Maria Lombardo
Consigliere Commissione Comitati Due Sicilie
Centro Studi e Ricerche
Comitati Due Sicilie.